Villa Rica de Oropesa — Adriana Alarco de Zadra

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La storia della tua famiglia, cara Josefina, è gremita di donne che causarono tremori e terremoti tra i coloni delle prime città andine fondate nel XVI secolo. Fino a Villa Rica de Oropesa arrivarono i tuoi antenati, dopo aver viaggiato sopra caravelle, sulla ferrovia, a cavallo e in camion, fino alle remote valli perdute dove giungevano i minatori in cerca di fortuna, di minerali che li avrebbero ricoperti d’oro e argento.

La tua bisnonna morì in odor di santità. Nella vita passava il tempo ricamando venti, tessendo tramonti, accompagnando sacerdoti, seminaristi e missionari e dipingendo crocifissi mentre pregava con fervore, “Signore, dacci oggi il nostro orgasmo quotidiano, e così liberaci da ogni tentazione, amen”.
Sua nonna, invece, la tua trisavola, studiò le erbe studiate, preparò tisane, raccolse bacche, cortecce, radici e semi per farne pomate e unguenti per sanar gli storpi ed i feriti delle miniere. Fu levatrice, guaritrice, compagna e amante, e vide nascere quasi tutti i bambini del villaggio.
Finché non arrivò l’Inquisizione e fu bruciata come strega sopra un rogo.


Adriana Alarco de Zadra (Perù), Villa Rica de Oropesa

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