Specchio, specchio... — Carlos Suchowolski Kohn



(Immagine: DasZweiteIch)


Si guardò attentamente per qualche minuto, osservando con scrupolo le sue fattezze, finendo col fare facce buffe dinanzi allo specchio, per lo più in silenzio, di tanto in tanto aggiungendo un irrefrenabile suono gutturale. Così, si vide via via con faccia di scimmia, di gnomo burlone, di vecchio dolorante, di malvagio cattivissimo, di scemo, di ancora più scemo, e ancora e ancora… Da mezz’ora provava espressioni differenti e non sembrava disposto a smettere, evidentemente ossessionato dal farlo ogni volta meglio, a parer suo, e dall’ottenere espressioni inconsuete e strane… Senza dubbio, pareva disporre di un baule pieno di maschere, presumibilmente infinite, che si sovrapponevano al suo volto in modo che il riflesso non cessasse di cambiare e cambiare senza lasciar spazio alla pazienza. Lo specchio, dunque, s’era stancato, desiderava interrompere quella sequenza che si vedeva forzato a riflettere suo malgrado, e con crescente dolore alle mandibole. Gli sarebbe piaciuto poter gridare “Basta!” all’altro, all’idiota che gli si era piantato davanti e che ormai cominciava a credere di non essere più lo stesso a causa dei cambi. Gli sarebbe piaciuto, almeno, restituirgli un’espressione disperata, di rifiuto... o di supplica... Ma non disponeva di gesti propri, dell’autonomia che glielo permettesse. D’improvviso, al limite della pazienza e prima che perdesse quella posa, così appropriata, prese in prestito il volto terribile che l’altro lo obbligava a riprodurre e, estendendo le sue fauci aperte, lo inghiottì in un sol boccone.


Carlos Suchowolski Kohn (Spagna), Espejito, espejito... (un microcuentito)

(Tradotto da Una botella llena de luciérnagas)

3 commenti:

  1. Muy cortazariana la temática del ente y su reflejo tan ligados que al final no se sabe quién es el reflejo de quién. Sin embargo hay que remarcar el final sorpresivo, proque en vez de resolverse el dilema transformando al reflejo en ente, el reflejo se rebela, devora al ente y sigue siendo reflejo.
    Tanya Tynjälä

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  2. Hay momentos en la vida en que uno no se reconoce y parece que dentro de uno hay dos personalidades diferentes... como quiere expresar muy bien el cuento de Suchowolski, Adriana Alarco

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  3. Gracias Tanya y gracias Adriana por los comentarios.

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